PARADIGMA CLASSICO

lunedì 4 aprile 2016

La domanda posta precedentemente è stata: esiste una struttura narrativa che regali a ogni storia la capacità di intrattenere?

Ovviamente non può essere l'unico elemento su cui fare affidamento, ma la risposta è sì, esistono delle strutture basilari che dimostrano di poter intrattenere più di altre.
Una struttura su tutte si è dimostrata spesso la migliore ed è applicabile a quasi tutte le storie. Mi riferisco al

NUOVO PARADIGMA CLASSICO
(In realtà vecchio di qualche decade).
Prima vediamo però il vecchio paradigma e come prevedeva si sviluppasse la storia:

VECCHIO PARADIGMA CLASSICO:
Il PROTAGONISTA deve raggiungere un OBBIETTIVO attraverso degli OSTACOLI. 
Alla fine della storia dovrà aver conseguito il suo obbiettivo o aver fallito.

Sebbene questo paradigma risulti obsoleto se applicato all'intera storia, è invece utilissimo se applicato alla singola scena. Costituisce infatti quella che abbiamo chiamato mini-quest.

Passiamo ora al nuovo paradigma.

NUOVO PARADIGMA CLASSICO:
Il PROTAGONISTA che ha una DEBOLEZZA, deve raggiungere un OBBIETTIVO attraverso degli OSTACOLI.
Alla fine della storia potrà aver conseguito o meno il suo obbiettivo e aver superato o meno la sua debolezza.

Apparentemente non sembra esserci grande differenza. Ma c'è.

Quindi esistono tre elementi comuni:
1.  PROTAGONISTA
2.  OBBIETTIVO
3.  OSTACOLI
e uno in cui le due strutture si differiscono:
4.  DEBOLEZZA

Analizziamo prima i 3 elementi comuni.

1.  IL PROTAGONISTA
Chi sia il protagonista (o i protagonisti) del film è quasi sempre chiaro, ma cos'è che lo rende tale non è altrettanto lampante.
Infatti sembra non esserci un elemento discriminante costante se non uno: la quantità maggiore di tempo dedicata al protagonista.
A parte questo c'è un altro elemento che ogni protagonista deve avere, ma che è presente anche in quasi tutti i personaggi, è: l'OBBIETTIVO.

2.  OBBIETTIVO
Il protagonista deve avere un OBBIETTIVO CHIARO. Chiaro a lui e chiaro al pubblico.
(Questo è di solito presentato in modo preciso nel PlotPoint 1 ed a volte anticipato nel Iniciating Incident. -vd. schema intermedio-).
Un obbiettivo è chiaro quando le circostanze che costringono o invogliano il protagonista a perseguire l'obbiettivo sono state ben evidenziate.

NOTA: Avere un obbiettivo presuppone una VOLONTA' da parte del protagonista, una volontà motivata. Cosa lo spinge a perseguire l'obbiettivo?
La spinta viene sempre da uno dei 5 bisogni fondamentali che sono elencati nella PIRAMIDE DI MASLOW (che nella storia vengono rappresentati con infiniti correlativi oggettivi).



Quindi l'obbiettivo può essere: conquistare la ragazza (APPARTENENZA), salvare il mondo, o cercare di uscire da una teca sottoterra (SICUREZZA), cercare di diventare una rockstar (AUTOREALIZZAZIONE) ecc.

3.  OSTACOLI
Cosa impedisce al protagonista di raggiungere l'obbiettivo?
Spesso un antagonista. (Intendendo per antagonista un personaggio che ha interessi nel far fallire il protagonista). Ma le forze antagoniste che chiamiamo ostacoli, possono essere anche le vicissitudini "casuali" della vita, o oggetti inanimati come una montagna, o possono affondare le proprie radici all'interno del protagonista stesso.
Il che ci porta a parlare della debolezza.

Quindi ora l'elemento che caratterizza la nuova struttura:

4.  DEBOLEZZA
Non ci riferiamo a un punto debole come può essere la Kriptonite per Superman, ma intendiamo un bisogno profondo del protagonista, una ferita del passato, una mancanza, l'ignoranza di qualcosa o una falsa convinzione.
La debolezza esiste sin dal principio della storia ed è radicata nel protagonista.
Può essere evidente allo spettatore e persino allo stesso protagonista già all'inizio o, più spesso, viene resa evidente nel corso della storia.

E' fondamentale notare come la debolezza abbia un grande impatto su ogni elemento del paradigma ridefinendolo.
Vediamo come.

1.1  Il PROTAGONISTA non è più un pupazzo parlante come i James Bond degli anni passati, ma diventa un essere umano che vive un certo disagio causato proprio dalla debolezza.
[NOTA: Questo disagio costituisce il fondamento che permette allo spettatore di creare EMPATIA con il protagonista.]

2.1  L'OBBIETTIVO non è più uno, ma diventano due.
Il primo è l'OBBIETTIVO MANIFESTO, quello di cui abbiamo già parlato, chiaro sin dall'inizio della storia. Ma questa volta diventa metafora di ciò che manca al protagonista.
(Se ad esempio il protagonista ha bisogno di riappropriarsi della propria vita e uscire dalla letargia della grigia vita di un impiegato di mezza età, l'obbiettivo manifesto potrebbe essere conquistare l'adorabile e bellissima amica teenager della figlia. -American Beauty-)
Il secondo è il VERO OBBIETTIVO del protagonista ed è quello di riconoscere e superare la propria debolezza e lo stato di disagio.

3.1  Gli OSTACOLI sono adesso, quasi sempre, la risposta alle azioni corrotte dalla debolezza del protagonista.
Gli ostacoli lo spingeranno sull'orlo del fallimento rendendogli sempre più evidente la debolezza fino a fargli decidere di affrontarla e porvi rimedio.
In altre parole è proprio la debolezza del protagonista che gli rende difficile raggiungere l'obbiettivo manifesto.

E questo è tutto.

PRECISAZIONI
Bisogna specificare che la debolezza del protagonista potrebbe anche essere in (apparente) contraddizione rispetto al senso comune o ai bisogni elencati nella piramide di Maslow.
Infatti il nostro protagonista potrebbe avere il bisogno opposto a quello di avere una relazione (APPARTENENZA), cioè quello di rompere e stare da solo.
O ancora l'onestà di un uomo (AUTOREALIZZAZIONE) potrebbe essere proprio la debolezza che gli impedisce di raggiungere l'obbiettivo manifesto, e il suo bisogno essere dunque quello di infrangere la legge morale.
Ho detto "apparente" perché in realtà ciò di cui necessita il protagonista sarà sempre un bisogno della piramide, solo che per raggiungerlo dovrà rinunciare prima ad un altro bisogno.
Infatti il bisogno di solitudine contro quello della relazione amorosa (APPARTENENZA) potrebbe essere giustificato dal fatto che la sua relazione gli impedisce di esprimere la propria creatività (AUTOREALIZZAZIONE). O ancora, l'uomo onesto potrebbe dover infrangere la sua etica (AUTOREALIZZAZIONE) per salvaguardare la vita dei suoi figli e della sua comunità (SIUCUREZZA).

Il riconoscimento e il superamento della propria debolezza (obbiettivo vero) non è detto che porti sempre conseguenze positive, e lo stesso vale anche per il raggiungimento dell'obbiettivo manifesto che potrebbe aggravare lo stato di disagio del protagonista anziché risolverlo. Capita.

Il nuovo paradigma è stato formalizzato da qualche decennio, ma è facilmente rintracciabile nei miti antichi (come “Apollo e Dafne”), in grandissima parte dei lavori di Shakespare e in molti altri classici.

CONSIDERAZIONI FINALI
Il vecchio paradigma classico, applicato ad ogni singola scena e il nuovo paradigma classico, applicato all'intera storia, garantiranno (o quasi) di non annoiare lo spettatore.
Ma ricordo che se abbiamo deciso che il fine della storia è trascinare lo spettatore in una precisa esperienza emozionale e ci rendiamo conto che ciò è possibile solo tradendo in parte o totalmente questo paradigma, allora lo si tradisca senza esitare.


Adesso è veramente tutto.

 RIT BASI
AVANZATA
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