IMPORTANZA DEL MIEP

sabato 2 gennaio 2016

Questa è una postilla al post sul MIEP

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PERCHE’ IL MIEP E’ IMPORTANTE?



Tra svariati eoni l’universo sarà un gelido nulla, tra qualche miliardo di anni il sole esploderà, tra qualche millennio la terra sarà invivibile e tra una manciata d’anni, presto o tardi, saremo comunque morti e sarà come se non fossimo mai esistiti.

Questo me lo disse Nicoletta Molisi. Nicoletta é la mia professoressa di storia e sta morendo. Già da un po’ di tempo, ormai.
Nicoletta non ha marito né figli. E' allergica agli animali e non si droga.
Se le chiedete: “perché vivi, allora?”
Lei risponderà: “perché sono nata.”
Perché non abbiamo bisogno di un motivo per vivere. Nasciamo programmati per farlo. In ostaggio dell’irrazionale e disperato istinto alla vita.

Questa premessa era necessaria perché per trovare il motivo dell’importanza del MIEP dobbiamo partire da un punto di vista sulla vita ridotto all’osso, come quello di Nicoletta.

Fatto ciò basta rispondere a due domande e troveremo la risposta al quesito espresso nel titolo.

La prima domanda, più noiosa e semplice:
- COSA VUOL DIRE IMPORTANTE?

Importante è un aggettivo, sinonimo di vitale, fondamentale, cioè una qualità che attribuiamo a qualcosa senza la quale qualcos’altro cesserebbe d’esistere.
In pratica per un pesce è importante l’acqua senza la quale cesserebbe di esistere, come per un albero è importante la terra e il sole ecc.

Ma cos’è importante per l’uomo?
Cosa serve all’esistenza, cioè alla vita, dell’uomo?
Una volta che ha cibo e riparo, ciò che serve alla sopravvivenza è conoscenza: conoscenza delle tecniche per accendere un fuoco, per coltivare, per costruire, per evitare che ci si ammazzi a vicenda, conoscenza su come interagire con le persone, su come affrontare una particolare situazione ecc.
Alcune di queste conoscenze possono essere veicolate attraverso i film. E la curiosità verso di queste è una parte della motivazione che spinge le persone ad andare a vederli.
(Anche se non ci sfugge che le conoscenze o il punto di vista trasmesso dal film potrebbero essere erronei.)

Ma oltre a veicolare le conoscenze che potrebbero esserci utile a vivere, il film può veicolare la vita stessa.
Lo so che sembra una dichiarazione da artistoide fanatico. Per questo occorre rispondere alla seconda domanda.

Più difficile, ma più interessante.
- CHE VUOL DIRE VIVERE?

Sì, sto chiedendo: cos’è la Vita?

La biologia ci dà diverse definizioni che si riducono a: la vita è la condizione della materia vivente.
Che è un modo diverso di dire: la vita è vita. Che è un modo diverso di non dare una risposta.

Riformulo quindi la domanda in modo da essere più specifico.
- QUALI SONO LE CONDIZIONI CHE CI FANNO COMUNEMENTE DIRE CHE SIAMO VIVI?

Cercherò di rispondere prendendo sul serio una sorta di gioco che a volte si fa da bambini. Cioè quello di chiedersi a quali dei cinque sensi rinunciare se si fosse costretti. (Forse non è un gioco comunissimo, ma...)

Se dovessi scegliere di rinunciare a uno dei tuoi sensi, per prima probabilmente rinunceresti all’olfatto o al gusto.
Immagina di rinunciare ad entrambi.
Vivresti in un mondo che non odora né ha sapore.
Oltre a questo immagina di non aver mai avuto le orecchie.
Il tuo mondo si ridurrebbe a qualcosa di silenzioso che puoi vedere, toccare e niente di più.
A questo punto immagina di essere nato anche cieco.
Il tatto sarebbe tutto il tuo mondo, un mondo buio con vuoti e pieni, ruvidi e morbidi, caldi e freddi, non diverso dal tuo stesso corpo.
Eppure potresti ancora sopravvivere e sentiresti i dolori e i piaceri del fisico.
Ora immagina di essere nato senza neppure il senso del tatto così da non poter percepire nemmeno la consistenza e il peso de tuo stesso corpo.
Non sentiresti l’aria entrare in bocca, né i polmoni espandersi né il corpo rilassarsi, nessun dolore, nessun piacere.
Il tuo cervello senza alcuno stimolo a cui rispondere sarebbe atrofizzato, incapace di sintetizzare i cocktail chimici che percepisci come emozioni.
Così non sentiresti né gioia né piacere, né paura né rabbia, né sorpresa né attesa, né disgusto né noia. A questo punto saresti un essere che non sentirebbe nulla e non avrebbe così nessun modo di percepire né lo spazio né il tempo.
Ipotizzando che sia possibile mantenere in vita un tale essere, potrebbe questi apprezzare la differenza tra vivere un anno o cento anni o non esser mai nato?

Questa è la mia risposta a cosa è la vita.
La vita è percezione ed emozione.

Un film può trasmettere immagini e suoni e con questi dare persino l’idea della consistenza delle cose, ma soprattutto attraverso le immagini e la storia può trasmettere emozioni, a volte persino più forti di quelle che si esperiscono fuori dal cinema.
Ed infatti è proprio l'esigenza a vivere, l'esigenza di provare emozioni, la motivazione principale che ci spinge a vedere i film.

Immagino che un giorno esisteranno delle figure che potrebbero essere chiamate “Emotion Designer”, persone che grazie a un caschetto elettrico o ficcandovi una flebo nel braccio vi serviranno in vena sensazioni per prima di piacere, intervallate ora da un pizzico d’ansia ora di spavento, poi entusiasmo, per finire con una gioia rilassante, calibrati per una serata da soli o coordinati con gli ospiti per una serata in compagnia.
A quel punto probabilmente l’intero mondo dell’intrattenimento sarà ridotto a questo.
Ma fino a quel momento l’irrazionale e disperato istinto alla vita e cioè alle percezioni e alle emozioni, ci porterà a uscire per andare al bar o a fare quattro chiacchiere con le amiche, a guardare lo sport tifando per qualche squadra, a iscriverci a lezioni di scherma o a seguire un corso di yoga e infine a guardare film e a drogarci in qualsiasi altro modo possibile.

Se siete riusciti ad arrivare in fondo a questa lettura avete: la mia ammirazione; perso dieci minuti di tempo; e spero anche la risposta alla domanda del titolo.


Adesso che abbiamo precisato l’importanza del MIEP e rivelato il senso della vita, possiamo tornare alla sceneggiatura.


 RIT BASI
POETICA

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