Procrastinare, rimandare, dilazionare, vabe’ faccio dopo, domani o un’altra volta, magari poi, sì, insomma, non adesso ma…
L’unico vero rimedio alla procrastinazione è L'ABITUDINE AL LAVORO.
Ma come si matura una tale educazione?
C’è una storia su un nobile giapponese e un pittore.
Il pittore aveva fama di essere il migliore mai esistito così
il nobile gli commissionò un dipinto.
Il pittore chiese un prezzo altissimo, di essere pagato in
anticipo e chiese di aspettare. Il nobile accettò.
Dopo qualche mese il nobile domandò del suo dipinto. Il
pittore rispose che ci stava lavorando.
Passarono i mesi e passò un anno e quando il nobile domandò
ancora, il pittore rispose ancora che ci stava lavorando.
Passarono due anni e al terzo anno il nobile furioso si recò
di persona dal pittore al seguito di alcune guardie. Il pittore disse che il
dipinto era quasi finito. Il nobile pretese allora di vederlo, ma gli venne
mostrata una tela vuota.
Allora il nobile fuori di sé ordinò che il pittore venisse
ucciso. Ma prima gli chiese perché avesse mentito e non avesse lavorato nemmeno
un giorno al suo dipinto.
Il pittore rispose che non aveva mentito, anzi disse che
adesso il dipinto era ultimato.
Infatti il pittore aveva passato tre anni a pensare ad ogni
sfumatura e particolare e adesso era finalmente pronto. Il pittore andò quindi alla
tela e la completò con sicurezza sotto gli occhi del nobile che dovette
ammettere che quella era l’opera più bella che avesse mai visto. Prese quindi
il dipinto e risparmiò la vita al pittore.
La morale di questa storia potrebbe essere: “La preparazione
all’opera è parte dell’opera stessa” o che “Per creare un’opera d’arte devi
prima pensare affondo ad ogni dettaglio dall’inizio alla fine” oppure “alcune
fatiche anche se non sono visibili sono fatiche e sono della massima
importanza”.
Ma per come la vedo io, il pittore era solo un pigro approfittatore
a cui piaceva rimandare il lavoro e la morale è: “se vuoi convincere qualcuno
ad alzare il culo, minaccialo puntandogli delle lance alla gola.”
Se la mia teoria è corretta, come avrebbe potuto il pittore
realizzare comunque quel dipinto senza l’“aiuto” del nobile?
Alcuni consigli. Per lui e per noi.
1 - PRESSIONE
In effetti la minaccia di qualcosa, che sia la morte o una
dead line è un ottimo stimolo.
Cerca di scrivere per un committente, per un concorso in
scadenza o per un amico a cui serve una sceneggiatura e che se mancherai la
consegna ti ammazzerà.
Sarà un buono stimolo a lavorare.
Sarà un buono stimolo a lavorare.
2 - IL VALORE
DELLA SCRITTURA
Cercare di capire la tua motivazione a scrivere potrebbe
esserti alleato contro la procrastinazione. Potrebbe infatti rivelarti l'importanza che la scrittura ha per
te e motivarti (o potrebbe mostrati che in realtà non è ciò di cui hai bisogno e farti smettere di
perdere tempo).
3 - COSCIENZA
DELL’ENTROPIA
Il principio per cui l’universo tende al disordine.
Ci diciamo che adesso le condizioni non sono ottimali per
lavorare, ma che lo saranno presto. Ci diciamo: prima faccio questo, così dopo
potrò lavorare meglio.
La procrastinazione si basa infatti sulla falsa idea che
domani sarà un giorno migliore.
Beh non lo sarà, la nostra vita diventerà sempre più
complessa, mai più semplice, e noi sempre più pigri. E’ l’entropia (forse non è
sempre vero, ma sperare per il meglio non funziona mai).
Carver scriveva nei ritagli di tempo a lavoro usando una
carriola come scrivania. E se non poteva proprio, alla domenica si dedicava a
racconti che potessero essere conclusi in un solo giorno.
Abnegazione, niente scuse, il mondo è contro di te, prendine
atto e affrontalo.
4 - ORGANIZZATI
Imposta due sveglie: una all’ora in cui vuoi scrivere e una
un’ora prima.
Al suonare della prima sveglia scappa da qualsiasi cosa tu
stia facendo, liberati in qualsiasi modo, evadi e comincia a prepararti per
scrivere.
Al suono della seconda, scrivi, lavora.
Provaci per due volte, se entrambi i tentativi falliscono,
se continuano a mancarti tempo o energie, il passo successivo è questo: Fai una
lista delle priorità.
5 - PRIORITA’
Fai una lista delle priorità e taglia tutto ciò che si trova
al di sotto della voce “scrittura”.
Decidi a cosa rinunciare per poter scrivere o rinuncia a
scrivere.
Se sei fortunato taglierai le ore di fronte alla tv e le
uscite nel week end e sarà abbastanza, ma a volte potresti ritrovarti a dover
lasciare il lavoro o l’università o la famiglia. Può succedere.
6 - FAI IL MENO POSSIBILE
Armarti di buone intenzione è pessimo.
Quel bastardo del tuo
cervello al pensiero dell’enorme quantità di lavoro che sei intenzionato a fare rilascerà per
tutto il tuo corpo quella schifosa sensazione di stanchezza e noia che ci fa
rimandare il gravoso compito.
La soluzione sta nel non pensare affatto di voler lavorare
duro.
Pensa a quale è il minimo che puoi fare e poniti come
obbiettivo di farne meno.
Nel mio caso di solito mi propongo di fare qualche
correzione alle frasi e mi dico che leggerle sarà più che sufficiente o alle
volte mi prefiggo persino il semplice obbiettivo di rassettare gli scritti e i
materiali.
Qualche volta il mio lavoro finisce davvero lì e sono
soddisfatto, ma la maggior parte delle volte comincio a correggere e la voglia
di scrivere dell’altro e scriverlo bene mi prende e mi fa continuare a lavorare
per ore.
7 - SFRUTTA
L’IMPETO
A volte per qualche ragione (magari perché abbiamo visto un
film o abbiamo letto qualcosa che ci ha ispirato, o perché la persona della
quale oggi ci siamo innamorati ha detto di trovare sexy chi scrive) ci
ritroviamo con l’irrefrenabile voglia di scrivere. Il consiglio: sfrutta questa
pulsione.
In quel momento possiamo anche pensare che durerà per sempre
o quanto meno fino a domani. Non è così, di solito in cinque, sei ore al
massimo, quel desiderio inestinguibile si estinguerà, quindi nel momento in cui
lo senti, sfruttalo, non rimandare.
8 - PROSSIMITA’
A volte non si ha proprio voglia e persino un faldone di
algebra ci sembra più attraente del nostro lavoro.
Se devi rimandare non farlo con qualcosa di completamente
diverso pensando “devo staccare un po’”, ma fallo con qualcosa che ti sia utile
alla scrittura o a ciò che devi fare.
Studia dei manuali, leggi, metti su un blog, segui dei corsi
o guarda qualche lezione on line, fai ricerca. Insomma fa qualcosa che se non
sia scrivere per lo meno ci vada vicino.
Se ti ritroverai ad esserti dedicato ad attività di
prossimità per più di una settimana, sappi che è ora di cambiare metodo.
9 - RINFORZO
POSITIVO
Che è il termine scientifico per “Ricompensa”.
Prima di cominciare a lavorare poniti un obbiettivo e un
premio. Quando raggiungi l’obbiettivo, premiati.
Il premio darà di per sé una motivazione in più al tuo
lavoro e a furia di premiarti ti sarai educato ai ritmi di lavoro come un topo di
laboratorio viene addestrato attraverso scosse di piacere al cervello a premere
i bottoni nella giusta sequenza.
NOTA: Quando si fallisce nel raggiungere gli obbiettivi non
premiatevi, ma non infliggetevi nemmeno punizioni, altrimenti il cervello farà
presto l’associazione: lavoro uguale dolore.
10 - CREA
UNA ROUTINE
Precedi il momento del lavoro con le solite attività.
Diciamo che tu decida di scrivere alle ore 14.
Allora programmi prima di rassettare un po’, poi una doccia,
pranzo (tutte attività piacevoli o obbligatorie) e infine lavorare.
A furia di
fare queste attività risulterà sempre più semplice far seguire all’attività
immediatamente precedente, il lavoro di scrittura e a un certo punto diventerà
automatico.
(Ovviamente la routine può anche essere più particolare,
anziché: pulizia, doccia lavoro, potreste fare: palestra, doccia, lavoro, o
cibo, sesso, lavoro, o film, chitarra, droga, lavoro ecc.)
Questi sono i metodi più efficaci che conosco per creare
l’abitudine al lavoro e debellare il male della procrastinazione.
Adesso che ho ricordato come evitare di procrastinare
mi è venuta voglia di lavorare, adesso o comunque oggi o sicuramente domani, o un’altra
volta magari, sì, insomma, non adesso ma...
...merda.